Nel Bosco Grande fu un’estate meravigliosa. Il sole splendeva e la temperatura era fantastica. La cicala Lallina se la spassava. Di giorno era distesa a prendere il sole su una grande sdraio colorata, la sera cantava e ballava, fino a notte fonda. Intanto Michi, la formichina, lavorava.
Tutto il giorno, dalla mattina fino a sera, andava in giro a raccogliere mollichine di pane e briciole di biscotti che poi trascinava, con grande fatica, nella sua casetta. Poi arrivò l’inverno. Un freddo, ma un freddo! La cicala Lallina tremava. All’inizio, per scaldarsi, aveva acceso un fuoco bruciando la sua sdraio colorata. Ma non era bastato, perché l’inverno era proprio lungo.
Allora Lallina pensò di andare da Michi. La formichina era nella sua casetta piena di provviste. C’era un bel tepore e si stava bene. “Eh, Lallina, Lallina…” disse Michi. “Vedi? Mentre tu cantavi tutto il giorno, io lavoravo duramente, perché sapevo che l’inverno sarebbe arrivato, avrei avuto fame e freddo proprio come te ora”.
Eh sì, Lallina aveva sbagliato. “Però fuori fa freddo – soggiunse Michi – entra almeno a scaldarti”. Michi era proprio una formichina di buon cuore.
“Facciamo così - disse Lallina - in cambio della tua ospitalità, ti aiuterò a tenere la casa in ordine per tutto l’inverno. E la sera canterò per te davanti al camino”.
La zia Nutria dice che fu l’inverno più freddo che si ricordi nel Bosco Grande. Ma la cicala e la formica stavano talmente bene insieme che non se ne accorsero neanche.